La storia di Casper

6 Giugno 2022

Il viaggio dalla Nigeria, il servizio civile, il lavoro di badante

“Ciao, mi chiamo Casper e la mia è una storia a lieto fine”. 

Potrebbe riassumersi così questo racconto, quello di un giovane che parte dalla Nigeria lasciando la famiglia in patria e arriva quasi per miracolo in Italia. 

Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dal principio. Era il 2017, Casper aveva 27 anni e aveva capito che nella sua terra, la Nigeria, non c’erano molte vie per una vita serena: i gruppi terroristici in continua lotta con il Governo per l’egemonia sulle risorse economiche non lascia scampo ai giovani, anche ai più volenterosi come Casper. 

Ho deciso di scappare da quella situazione. Avevo ottenuto, dopo 3 anni e mezzo di studio, un diploma da infermiere ma non era possibile continuare a vivere nel mio paese. Ne ho parlato con la mia famiglia, non erano d’accordo con la mia decisione ma mi hanno aiutato comunque economicamente per partire”. 

E così Casper inizia il viaggio che lo porterà in Italia lasciando i genitori, tre fratelli e la sorella, non sapendo quando riuscirà a rivederli. 

La prima tappa è la Libia, da lì partono i barconi per arrivare nel nostro Paese. Due mesi lunghi e difficilissimi: “Eravamo più di 200 in una stanza, i trafficanti ci maltrattavano e chiedevano sempre più soldi per pagare la permanenza e il viaggio, chi non li aveva veniva picchiato. Da mangiare avevamo un piccolo pezzo di pane al giorno, niente di più”. Dopo duemila dollari versati e 60 giorni di prigionia Casper parte con uno di quei barconi che fin troppe volte abbiamo visto in tv.

Il viaggio è durato 16 ore, eravamo in 150 sul barcone, ho veramente rischiato di morire, ma alla fine siamo arrivati a Lampedusa”. Una sola notte sull’isola poi il trasferimento in una struttura di accoglienza della Croce Rossa a Lucca.

E’ stata durissima, non conoscevo la lingua, ero solo e non era facile ambientarsi e capire cosa fare per poter restare in Italia regolarmente. Poi mi hanno trasferito in un’altra struttura e lì sono entrato in contatto con la comunità della Chiesa Evangelica di Lucca. Le cose hanno iniziato ad andare meglio”. Casper, che di volontà ne ha sempre avuta tanta, per imparare la lingua ha frequentato le scuole medie e poi corsi professionali, fino al servizio civile.

 “Un giorno sono andato ad un incontro della Chiesa Evangelica che si teneva presso la struttura del centro Angelus di Lucca dove, il pastore Stefano, mi ha presentato a Riccardo Nucci, presidente del Consorzio Angelus. Riccardo e Stefano mi hanno aiutato e seguito nell’iter burocratico per fare il servizio civile con Angelus. E’ stato un anno importante per me che mi ha dato l’opportunità di conoscere nuove persone e fare nuove esperienze”.

Durante l’anno di servizio civile però il pensiero era sempre lo stesso. “Mi chiedevo, cosa farò dopo? Ho bisogno di un lavoro per potermi mantenere in Italia. Ne ho parlato ancora una volta con Riccardo e con il personale di Angelus, che vista la mia esperienza professionale acquisita in Nigeria, mi ha presentato ad una famiglia che si era rivolta a loro in cerca di un assistente familiare per accudire un anziano.

Tutto ha combaciato alla perfezione. 

Dal marzo 2021 sono l’assistente familiare convivente di Franco, una cara persona. Vivo presso la famiglia dove lavoro e mi trovo molto bene. Franco e la sua famiglia mi hanno aiutato molto e quando ho avuto bisogno si sono sempre dimostrati disponibili nei miei confronti. Mi sento uno di famiglia”. 

Se il lato lavorativo è sicuramente positivo, c’è ancora qualcosa che manca nella vita di Casper: 

Non è sempre facile stare lontani dalla famiglia. Purtroppo due anni fa è mancato mio padre ed io non sono potuto andare a casa, è stato un periodo molto difficile”, ci racconta Casper. 

Ci dice, inoltre, che è difficile anche stare lontano dalla sua fidanzata: 

Quello che guadagno, a parte quello che mando alla mia famiglia, lo metto da parte per poter presto andarla a prendere e portarla qui con me, così ci sposeremo e costruiremo la nostra famiglia

Quella di Casper, ragazzo dal cuore grande, è una storia a lieto fine. Ne abbiamo sentite tante nei nostri centri Angelus in giro per l’Italia ed è bello sapere che un piccolo tassello di quel lieto fine è anche merito del nostro lavoro.

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